giovedì 29 luglio 2010

IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI


Regia di Juan José Campanella. Con Ricardo Darìn, Soledad Villamil, Guillermo Francella, José Luis Gioia, Pablo Rago. Genere Drammatico. Produzione Argentina/Spagna 2009. Durata 129 min.

di FABRIZIO ULIVIERI
Il film è la storia di un funzionario di polizia della Corte di Giustizia di Buenos Aires, Benjamin Esposito, che decide di scrivere un libro per risolvere una parte della sua vita che non è riuscito a spiegare in 25 anni. E’ diventata un’ombra troppo grande quella parte della sua vita e venticinque anni dopo decide di trovare la luce che può dissolvere quell’ombra che si porta dentro ingigantita. E’ l’ ombra di un omicidio irrisolto attorno a cui ha ruotato la parte più importante della sua vita e della storia del suo paese: lo stupro e l’assassinio di una bella ragazza, Liliana Coloto, il dolore marito che si tramuta in una vendetta crudele, le indagini “insabbiate” da poteri molto più forti che si annidano quell’Argentina del 1974 e il rapporto d’amore tormentato ed irrisolto con Irene, Cancelliere e diretto superiore di Benjamin.
L’inizio è da film vero, da cinema autentico. Un inizio con immagini sfocate: il treno, la stazione, occhi che sognano, occhi che vedono un’ombra che corre lunghi i binari, occhi che hanno forse un dejà vu…
Poi tutto troppo scuro, troppo lento. Troppo televisivo. Una scelta di riprese che ricorda troppo lo sceneggiato televisivo. Camera fissa, scene intere, molti interni…
La tecnica del film mi ricorda molto quello di uno sceneggiato televisivo di grande successo alla Rai alla fine degli anni Sessanta: Nero Wolfe, tratto dai libri di Rex Stout, con il compianto Tino Buazzelli e Paolo Ferrari.
Stessa tecnica, stessa corposità. Con guizzi di regia grandiosi in verità, come le bellissime scene allo stadio durante una partita di calcio. Veramente ad altissimo livello.
Tuttavia, guizzi a parte, il film è piuttosto noioso da seguire. L’azione lenta. Le scene costantemente buie e tutto sommato deprimenti. Solo il dialogo ti può conquistare. I dialoghi sono talora belli, talora intelligenti, profondi, recitati bene ma talora anche addormentanti, ad essere sinceri…
Forse siamo abituati a film di troppa azione, dove i dialoghi sono ridotti al minimo. E forse per questa ragione, un film così può parere noioso se sei incapace di seguire il dialogo ed apprezzarne i contenuti.
Bello e drammatico sicuramente il finale con la scoperta della verità.
Di sicuro l’ intelligenza del finale ripaga dei lunghi vuoti colmi solo di noia che hai dovuto sopportare durante la proiezione.
FABRIZIO ULIVIERI